Brexit: fuori da tutto. Dopo le parole di Donald Trumph, il primo ministro (o la prima ministra come vorrebbe la Boldrini) Theresa May ha annunciato che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarà dura.

Niente mercato unico, niente moneta unica e niente politiche commerciali o ambientali comune. La linea “hard” dopo il referendum sulla Brexit, secondo il governo inglese è l’unica soluzione praticabile.

“Non vogliamo mantenere pezzi di Ue” ha ribadito la May che, a fine marzo, si appresta ad avviare con l’Unione Europea i negoziati per portare il suo paese fuori dal resto del vecchio continente.

Cosa intende il premier britannico?

Sarà una “Global Britain” che guarderà a rapporti oltreoceano e nel mondo per far valere la sua forza commerciale, economica e politica.

Il popolo britannico ha dato esito favorevole ad un voto “per il cambiamento, per uscire dalla Unione Europea e per abbracciare il mondo”. Secondo i ben informati del governo, il primo ministro sogna un futuro roseo ma impervio. Del resto la storia dell’Inghilterra la vede sempre più filo americana (o a volte filo francese) che filo europea. La“Hard May” sconfessa il 48% degli elettori che non hanno votato per la Brexit e che, forse, con la sua linea non ci si ritrovano.

Tuttavia la sua eroina Margaret Thatcher ha imposto la sua linea forte. Ella anche se liberista ha saputo essere un’interprete del suo tempo. Il negoziato durerà due anni e comunque ci sono ancora degli imprevisti dietro l’angolo. Una su tutte la Corte Suprema che investirà con ogni probabilità il Parlamento Britannico di dire la sua sull’uscita o meno dall’Unione Europea.

Per il momento però, alla parola Brexit è stata associata la parola Hard. Sarà davvero una Hard Brexit? In questo momento i proclami degli esponenti inglesi dicono di si. A partire dal 2019 lo sapremo con assoluta certezza. Si spera.